L'artista

Piero Devilli


Piero Devilli nasce nel 1954 a Cavrasto, nel Bleggio Superiore, una terra colma di bellezza naturale, gonfia di entusiasmi estivi forieri di frutti dal sapore intenso, ricca di fascino antico, di ispirazioni poetiche che già in '800 Risorgimentale, Giovanni Prati, di Dasindo, coglieva a piene mani e trasferiva nelle sue opere.

"Anche Devilli si occupa con la sensibilità della sua terra natale e, nelle sue visioni, pare insistere sui tasti della memoria per rimuovere la polvere del tempo.
C'è un ritorno affettuoso carico di nostalgia che trova espressione nella scelta degli oggetti un giorno riconosciuti e usuali. E la nebbia degli anni che tutto ricopre pare dissolversi, tutto ritorna lucente, levigato con cenere e aceto; così facevano le madri di un tempo per ridare brillantezza alle cose metalliche della casa.
E così si muove Piero nella sua pittura.
Un'accortezza nel gesto, nel segno, da lasciare incantati. Una parsimonia nei sentimenti che lascia intuire il profondo insegnamento chei vecchi gli hanno lasciato. Un innamoramento per le cose di allora che si esprime nella lentezza dell'esecuzione.
Ecco, un'armonia di luci dimenticate muove emergendo da un oceano bianco, segue le linee nette delle cose, disegna ombre spezzate... Rende le cose vive dentro un nitore dalla sembianza quasi surreale.
E proprio la luce che invade questi frammenti di mondo contadino, dopo un viaggio sospeso negli stanzoni e nelle camere fresche delle case, sfugge dalla pelle di questi oggetti silenziosamente deposti come a riposo nella loro austera ed elegante dignità.
Accumuli di toni grigi dalle inflessioni fredde si accordano con le sembianze ambrate del rame; smalti sbrecciati nell'intenso blu oltremare si rincorrono a varcare il limite della luce che li invade e li accarezza. Nella compostezza e nell'ordine si muovono le intensità di una vita parca, si ritrovano le attenzioni che, come rituali, si ripetono ancora... Un'altra volta ancora...
Per sempre.
La pittura di Piero Devilli, si ritrova orgogliosa a fronteggiare le sensazioni frantumate della modernità, coglie tutti di sorpresa nella sua struggente carica di rispetto per la vita, rifugge la superficialità che accompagna il quotidiano e chiede il nostro silenzio."

Alessandro Togni